Sinceramente non me la sentirei di andare a vedere Fahrenheit 9/11 in questo momento. E non so dopo. A parte la descrizione di alcune ovvietà (la guerra è sporca) e a parte la veridicità di alcune teorie (basta che vi facciate un giro per il web per sentire esperti più preparati di me sulla questione, tipo la sequenza in cui una donna fuori di sé dalla rabbia e dal dolore grida in arabo “Perché ci hanno bombardato?” , “Dio li punirà” e, naturalmente, “Allah Akbar” e sullo sfondo ci sono macerie e corpi dilaniati: in realtà il caseggiato in questione è stato demolito “per errore” dall’efficiente artiglieria irachena), ma quello che più mi fa rabbia è la mancanza di bilanciare la questione, soprattutto nel 2004: possibile che non ci sia menzione delle scuole irakene dove vengono educati i bambini ad essere kamikaze?
Non si riuscirà mai a trovare dialogo tra l’occidente e l’oriente se siamo ancora così ipocriti, non dovremmo perdere tempo perché non ne abbiamo più. Ci sentiamo liberi tra i nostri libri e giornali, ma stranamente non ci schiodiamo dalle nostre convinzioni. Dov’è l’Islam moderato? In questi giorni, con quello che sta accadendo di nuovo, dove sono? Se solo parlassero. Se solo li potessimo ascoltare. Invece che far scorrere la clessidra illudendoci di stare a posto bruciando una bandiera americana o guardando un film. Abbiamo offerto una scusa agli estremisti islamici, qualcosa che aspettavano da anni, ora non regaliamoci altre scuse per non capire.