Pensavate di cambiare il mondo decidendo con un si o con un no su qualcosa del genere? Da un po’ trovo terapeutico andarmene. Mi dispiace sentire certe frasi. Non ho voglia di stare nelle arene, non più. Eppure credo di aver guadagnato in tranquillità. Lontano dalle prese di posizione della propria TV, lontano dagli echi di una cassa di risonanza. Penso ai ragazzi che adesso hanno a che fare con il proprio DNA, figli di un masturbatore a pagamento. Penso a come si gioca facilmente a fare Dio, a come si sceglierà il futuro migliore scartando quello che non potrebbe piacerci. Penso a quando ho visto da vicino per mesi ragazzi non muoversi dal proprio letto, ma continuavano a vivere nella loro diversità, penso a come mi vergognerei per come sono fortunato ma privo della loro forza, penso a ministri come la Prestigiacomo definirli “destinati ad una condanna crudele” o a Veronesi che li descrive “difettosi” o ad alcuni miei conoscenti che probabilmente considerano un embrione un ammasso di cellule senza nessun mistero, niente di vicino ad un feto e quindi usufruibile solo quando utile, quando nemmeno gli scienziati sanno cosa è un embrione. Qualcuno ha pensato di decidere per loro. Si ragiona in numeri, si fa riferimento ai propri ideali, quindi si esprime sconcerto per la decisione di astensione, si deride chi ha principi religiosi distanti dal proprio concetto personale di felicità non avendo rispetto per chi ha principi più difficili dei suoi: mentre sono lontano kilometri. E’ una legge che va corretta soprattutto per le donne quindi non completa quindi non si può accettare un no, come nemmeno un si per delle modifiche al limite dell’etico. Al limite. Certo non ho idea del tutto. Ma alcuni non dovrebbero essere così sicuri, un argomento così non va contemplato con un no o con un si, ma, forse, volevano solo un’ intervista su Vanity Fair. Astenersi è stato saggio per molti versi, discuterne è stato utile, ma voler decidere con un referendum è stato semplicemente arrogante.