11 Marzo 2006
Da giorni finisco tardi, lavoro da finire, anche zavorre da buttare. Nonostante tutto mi piace l’initimità del lavoro notturno, la totale immersione nella creatività mi rende vivo. Ed è tutto quello che voglio. Credo che in questi momenti trovo una maggior serenità in confronto a ciò che c’è in giornata che mi tocca vedere, o sentire… Questo mi ha fatto pensare e penso che non ci sia niente di male che volere e prendersi la propria felicità in base a ciò che ti senti: non ho più intenzione di soffocare questo. La felicità personale la colloco al di sopra dello stesso lavoro. E la creatività è la mia felicità. Sarei felice di rifiutare ciò che non mi va e già lo sto facendo, ma la strada è giusto un po’ in salita. Ma non mi interessa. Da due o tre notti finisco alle 3, ma non ho intenzione di lavorare la domenica o considerarmi una persona convinta del lavoro domenicale: se mai ce ne sarà bisogno, certo, ma non sarò una di quelle persone che usa come metro le ore di lavoro oltre la normalità per misurarsi. Tutto quello che voglio è sentirmi felice perchè libero, perchè seguo il mio sogno e non schiavo della bieca routine. Certo che non è facile, certo che alcune volte dovrò sacrificare la mia individualità, ma non sarò mai succube di quel modo di pensare. Mai. Adesso ho tutt’altro metro di misura. E non mi sono mai sentito così bene, nonostante tutto.
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5 Marzo 2006
Alan Moore ha vietato di inserire il suo nome nella riproduzione cinematografica di V for Vendetta. Rimarrà il nome di David Lloyd (ospite nel fine settimana scorso nel Comicon di Napoli), tra l’altro unico punto di contatto tra il Genio e i fratelli Wachowski. Sebbene i due creatori di Matrix siano dei fan sfegatati di Moore il giudizio di Alan sul plot è stato tagliente: “La sceneggiatura è imbecille, ci sono dei buchi assolutamente inaccettabili”. Ecc ecc. Tra i dettagli:”Hanno deciso che il servizio postale si chiamasse FedCo, pensando ad una versione inglese di FedEx… non è servito far loro notare che Fed sta per Federal perchè gli Stati Uniti sono una repubblica federale, la Gran Bretagna no”. Puntiglioso il Genio, i fratelli Wachowski hanno incassato in silenzio.
All’ultimo Uomo del Rinascimento non interessa minimamente la gloria immortalata sui titoli di coda di un film, evidentemente.
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27 Febbraio 2006
Questa mattina. Apro gli occhi, mi lascio da Morfeo. Vedo la luce. E penso a come sarebbe la mia vita se mi lasciassi alcune cose dietro. Forse lo sto facendo già. Lascio le interpretazioni altrui quando appoggio i piedi sul pavimento freddo.
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19 Febbraio 2006
Riporto l’articolo in questione (grazie Lawyer):
Bin Laden distrugge Gotham City
Il nuovo Batman di Frank Miller
«E’ sciocco dare la caccia all’Enigmista quando Bin Laden è ancora in circolazione». Frank Miller è un genio che ha preso un fumetto vicino all’agonia e lo ha rimesso all’onore del mondo: il suo Batman anziano, torbido e cattivo ha stupito ed emozionato lettori disillusi e scafati, stufi di superuomini in costumi gonfi di ormoni e di retorica. Un grande che ora gioca la carta più difficile per un autore di storie disegnate: fondere la fantasia con la realtà, l’eroe finto con il cattivo vero.
Così, mentre sui quotidiani d’America «Doonesbury» e le strisce più radical proseguono nella loro campagna per la pace e contro la Casa Bianca, il genio dei comics arruola l’Uomo Pipistrello e lo manda sulle tracce di Al Qaeda. «I supereroi sono stati creati per questo – spiega Miller – Superman e Capitan America fecero a pezzi Adolf Hitler».
A lasciare perplessi gli editori della «Dc Comics», che non hanno voluto commentare il progetto, è la trama di «Holy Terror, Batman», la graphic novel di Miller che dovrebbe essere pronta per l’anno prossimo: una storia che ha pochi precedenti. Negli anni Quaranta gli eroi, in costume e no (in divisa finirono pure Paperino e Bugs Bunny), si trasferivano sul fronte europeo: nel ‘41, quando Jack Kirby e Joe Simon s’inventarono Capitan America, lo spedirono a Berlino, a prendere a pugni in faccia il Fuhrer nel cuore del suo quartier generale. Nel ‘42, in un’Italia irriconoscibile da quant’era finta, un Mussolini dallo sguardo folle cercò invano di mettere in catene Wonder Woman. Superman, fino a Hiroshima, si divise tra Germania e Pacifico.
Batman, invece, combatterà sulla porta di casa. «L’ho fatto per reazione a quello che sta accadendo adesso in America – ha spiegato Miller -. La gente sta dimenticando chi è il vero nemico. E io glielo ricorderò». Al Qaeda, nel fumetto, farà strage a Gotham City, la città immaginaria che da sempre ospita Batman e il suo alter ego Bruce Wayne. Lì sarà la battaglia, e poco importa che Bin Laden non abbia un look spettacolare come quelli del Joker o del Pinguino.
L’America distrutta si era vista solo in qualche storia fantasy da incubo, ma gli invasori erano sempre bizzarre specie di alieni. Una sola eccezione: l’Undici Settembre di Spiderman, la storia tragica in cui anche i supereroi arrivarono troppo tardi a Gro- und Zero. «E’ in giorni come que- sti che nascono gli eroi – disse quel giorno l’Uomo Ragno – Non gli eroi come noi, ma i veri eroi del ventunesimo secolo. Voi, i singoli esseri umani. Voi che siete più nobili di quanto crediate, più forti di quanto crediate».
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17 Febbraio 2006
Con sorpresa ho visto la locandina del film di V for Vendetta. Stupore. Altro film tratto da un romanzo a fumetti di Alan Moore (disegnato da David Loyd), una delle storie più dense e stupende sulla libertà, l’anarchia e … la vita. Un’opera che non dovrebbe mancare nella libreria di nessuno, compresa in quella dell’italiano mediosnob.
La preoccupazione è la stessa che ho respirato in Sin City di Miller, l’incapacità di trasferire in due ore di film l’interezza di una complessità incredibile di pensieri e sentimenti e atmosfere. E’ successo purtroppo con From Hell…
Mi hanno fatto notare che Frank Miller è rimasto colpito da ciò che sta avvenendo con le vignette satiriche e l’estremismo islamico, ha intenzione di scrivere una sorta di Batman contro Bin Laden. Conoscendo la creatività dura, noir e decadente dell’artista non oso immaginare. Il suo Dark Knight è rimasto immortale perchè è stato un pugno allo stomaco per tutti. Cosa farà a pezzi ora?
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6 Febbraio 2006
“Tutti i rapporti commerciali con la Danimarca sono stati tagliati”, ha detto Massoud Mirkazemi, secondo l’agenzia iraniana Isna. Per colpa di una vignetta su un quotidiano danese. A Teheran un gruppo di circa 200 persone ha attaccato con bombe molotov l’ambasciata dell’Austria. Per colpa della stessa vignetta. E via, altri morti. Per rispondere a chi osava offendere con la satira Allah,il loro Dio.
Mi viene da pensare alla differenza di cultura, alle difficoltà d’interpretazione di… sensibilità… Penso a come sia facile a giullari come Dario Fo mettere alla berlina il mondo cattolico in occidente, al contrario non sarebbe così se fosse nato in Iran o in Afghanistan, probabilmente gli avrebbero tagliato la testa. In nome di Allah il giusto. La sensazione di assistere ad una polveriera, ad una esplosione imminente, ad una scusa terrificante non è solo mia, almeno credo. In nome di quale Amore può avvenire questo? Di quale Allah? Allah è stato preso in ostaggio dai suoi stessi figli. Da giullari che compiono assassini per cose buffe, ma senza far ridere. Buffoni irriverenti che deridono l’Amore. A colpi di mitra e insulti.
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29 Gennaio 2006
mh… vedendo qui alcuni tracciati vedo che qualcuno mi sta cercando da google… Ma probabilmente cercava il giornalista di Radio Capital…
E poi vedo The Lawyer lavorare anche di domenica… eeeh.
Con piacere ho ammirato i disegni di Alan Davis su testi di Claremont su gli X-Men di questo mese. Era da molto che non riprovavo quelle sensazioni. Combinati insieme i due autori inglesi hanno una sintonia stupenda, non percepivo quelle atmosfere dai tempi della coppia Claremont – Byrne (o Morrison – Quitley). E poi… le anatomie di Davis sono un culto. Un Michelangelo. Le figure femminili inoltre sembrano plasmate su molecole plastiche… Mi domando che paragone potrebbe nascere con quelle di Manara. La percezione dell’anatomia dal punto di vista di due diverse sensibilità, interessante titolo da seminario, suppongo.
Invece un po’ indietro nel tempo ho ritrovato alcune storie di Modesty Blaise, anni ’60. Scritte da O’Donnel, disegnate da un elegante spagnolo, Romero, che ha dato un ulteriore elemento di fascino con il suo segno sinuoso e raffinato. Puro bianco e nero, una sorta di Bond al femminile, Modesty si inoltra in casi di azione intrisa di delicata diplomazia internazionale… Non le fanno più storie così. O forse sono nato io troppi decenni dopo…
Nei mercatini riesco a trovare dei Fantastici Quattro di Kirby, puro pop anni ’70, ritorno bambino come non mai anche se leggendo le trame di Lee su certe cose con l’occhio di poi ti verrebbe da sorridere. Ma c’è molta purezza in quelle storie. Un meccanismo difficile da estrapolare.
Altro pallino: sto cercando le storie di Mary Perkins, sconosciuta ai molto giovani, decisamente nata sul finire dei ’50, era pubblicata sul Chicago Tribune. Tradotta però non so dove in Italia. Credo che farò alcune ricerche. Anche qui un puro bianco e nero ricco di atmosfere create da un molto abile Leonard Starr, scrittore e disegnatore, storie miste tra il giallo e il rosa. Di un ammirevole ed invidiabile stile.
Cercherò, cercherò. Con passione.
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15 Gennaio 2006
Appunti sparsi.
Ieri sera le mie dita scorrevano sul vetro del bicchiere di birra. Perline umide. I polpastrelli percorrevano l’adesivo della marca. Non riesco a ricordarmela. Le voci dei miei amici nel pub si amalgamavano e si facevano distanti mentre con la mente ero concentrato altrove. Non mi ricordo la marca.
Mi ritrovo ore dopo seduto nel salotto di mia nonna. Ho i gomiti appoggiati sul lungo tavolo nero laccato, dalle curve antiche. Fisso la mia moleskina di qualche anno fa, ho una pagina vuota. In mano ho il portamina regalato da Bruna e Riccardo. Sto scrivendo qualcosa, poi mi interrompo. Ispirazioni vaganti.
La pagina rimane vuota.
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12 Gennaio 2006
L’altro giorno sono stato impegnato sul set fotografico per la campagna pubblicitaria di un rivenditore di pneumatici abbastanza grande qui dalle mie parti. La mia idea era quella di creare un’immagine provocatoria e ironica, credo che abbiamo raggiunto l’obiettivo. Sto aspettando le foto in digitale, questione di poco tempo, poi lavorerò sulle prime bozze. Ho lavorato con una buona equipe, mi sono divertito molto “dirigendo” fotografo, modella, acconciatore, il P.R. e l’officina… Anzi non mi divertivo così da un bel po’…
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7 Gennaio 2006
Assistito ad un incendio ieri. Un’azienda di vernici. Fiamme alte coprivano la maggior parte dell’hangar. Stamattina ho visto le macerie annerite e ancora fumanti. Non oso immaginare come si senta il proprietario.
Sto facendo dei conti con me in questi giorni, non ho molta voglia di scrivere.
Mio fratello ha composto delle canzoni, giorni fa ha suonato con la band dal nome impronunciabile in un vecchio teatrino del nostro dottore: ha dedicato una canzone a mio padre, mia madre e a me.
Bellissimi pezzi. Incredibile il corredo genetico che abbiamo in famiglia, per qualche casualità siamo tutti creativi al massimo. Così incredibilmente disadattati con la società. Fieri. Mi fanno ridere le donne che desiderano stare con un’artista: non hanno idea, non saprebbero reggere dopo un giorno. Non hanno idea. Per quelli come me vanno bene solo le sante dentro.
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